La Regione Lazio “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”,
La Risposta dal Roma Pride: “Vergogna la revoca, Pro Vita ordina, la politica esegue”.
L’associazione Pro Vita aveva infatti contestato la decisione iniziale del governatore.